mercoledì 14 maggio 2008

Islanda- la terra del fuoco e del ghiaccio

Il viaggio prima di arrivare alla mitica isola e piena di imprevisti e momenti difficili, nonostante tutto riusciamo a prendere il traghetto a Bergen.
Per farvi un'esempio, sbarcati la sera tardi in Norvegia dopo che abbiamo attraversato buona parte d' Europa partendo da Ferrara, presi di sprovvista da una fortissima perturbazione ci siamo riparati sotto un distributore dove abbiamo passato la notte.....




Mi hanno sempre attirato le terre lontane: posti insoliti, gente con abitudini diverse
dalle nostre, il fascino del grande viaggio, la curiosita' di scoprire profumi e paesaggi
nuovi.Ho girato molto in questi anni, ma il fascino del "Grande Nord" e sempre rimasto alla base
delle mie mete.In particolare mi ha attirato la mia attenzione un'isola a Ovest della Norvegia; un'isola
strana, insolita terra di lava e ghiaccio, con storie di miti e leggende da raccontare e
popolata da strane creature: l'Islanda.Quando andate a visitare posti simili occorre una regola ben precisa da seguire:"Rispettate
l'isola e non uscite dalle piste altrimenti disturbate le creaturine". Per creaturire non
s'intendono gli animali, ma i Troll, creature magiche che secondo le credenze popolano
l'Islanda.Sono rimasto colpito da questa terra; l'ho definita "l'isola dalla doppia personalita'",
perche' regala bei paesaggi e splendide giornate di sole, ma in poche ore cambia e tutto si
trasforma in pioggia, nebbia e freddo.Sbarchiamo a Seydisfjordur alle nove del mattino; Luca ed io veniamo avvolti da una fitta
nebbia e riusciamo a malapena a vedere le case del porto.Prendiamo la statale 93 e per i primi chilometri presteremo attenzione alla guida, ancora
"dondolanti" da giorni di traghetto.Con nostra grande gioia la nebbia si alza dopo poco e davanti a noi appare una giornata di
sole stupenda e subito abbiamo l'impatto con l'Islanda delle cascate ai lati della strada,
dei laghi e dei paesaggi brulli.Dopo Egilsstaoir prendiamo la Ring Road, dove ci lascia l'asfalto e inizia una strada di
terra battuta di facile percorrenza.L'emozione e' fortissima mentre comincio a percorrere queste strade: immense vallate
desertiche e stradoni che costeggiano laghi e torrenti.




Lasciamo la Ring Road e prendiamo la 939, la strada battuta diventa uno sterrato
impegnativo che attraversa un passo dove e difficile non cadere: girare con due Suzuki V-Strom 650 cariche e con gomme semi-tassellate, non e' il massimo per queste strade.
Piu' volte sbandiamo, avvolti subito dalla nebbia, mentre la temperatura si abbassa di parecchi gradi.
Il freddo aumenta e i guanti di pelle sono bagnati dalla nebbia fitta, si vede pochissimo e comprendiamo pienamente quale sara' l'aspetto impegnativo dell'islanda.
Sul passo incrociamo un camion che sparge sale sul terreno,sento il freddo, ma dalla fronte incomincio a sudare piu' per la tensione, visto le forti sbandate della moto.
Fortunatamente, scendiamo dal passo indenni e riprendiamo la Ring Road ancora avvolta da una fitta nebbia.
Ci fermiamo per un pranzo al sacco davanti a un bellissimo fiordo, nei pressi di Djupivogur.
Proseguiamo verso Hofn dove piantiamo la tenda e facciamo conoscenza con un motociclista tedesco. Ci racconta delle grandi difficolta' che sta' avendo con la sua moto stradale a percorrere i lunghi sterrati della Ring Road e sconsolato, ci dice che per questo motivo dovra' rinunciare a visitare il Nord-Ovest del paese.





Il giorno dopo riprendiamo viaggio sotto la pioggia e raggiungiamo Jokulsarlon dove
restiamo piacevolmente colpiti dalla vista degli iceberg.
Nonostante la pioggia, lo spettacolo e bellissimo; a pochi Km dalla costa ci sono blocchi di ghiaccio galleggianti di un colore blu intenso....
Riprendiamo costeggiando uno dei ghiacciai piu' grandi del mondo, il Vatnajokull, dove rimaniamo estasiati di fronte a blocchi di ghiaccio di una vastita' impressionante.
Appena ci allontaniamo dal Vatnajokull, veniamo investiti da una fortissima perturbazione, con pioggia e raffiche di vento che fanno sbandare pericolosamente le nostre moto. Siamo in balia degli elementi senza poter fare nulla mentre ai lati della strada una gigantesca distesa di deserto lavico rende il deserto strano e particolare. Il brutto tempo non ci da tregua ma teniamo duro.




Arriviamo a Vik, la citta' piu' piovosa dell'Islanda, ma questa volta la fortuna e dalla nostra parte:Il cielo, infatti, si apre e ci permette di piantare la tenda. Qui incontriamo una coppia di ragazzi italiani che stanno girando la Ring Road in vespa: hanno attraversato la Germania in treno e poi proseguito con il loro scooter. Immancabile una foto ricordo, con i nostri complimenti.
Ci svegliamo il mattino seguente sotto la pioggia...se avete la forza di fare un viaggio simile con una tenda, preparatevi a smontarla sotto la pioggia anche per giorni, o a svegliarvi con la tenda ricoperta di ghiaccio come e' capitato a noi....
Arriviamo a Skogafoss dove visitiamo la cascata piu' alta d'islanda; provate ad indossare l'impermeabile e avvicinatevi ai piedi della cascata: la sentirete in tutta la sua potenza! Un'esperienza da provare.



Ci aspetta un'altra giornata piovosa: il nostro morale e' messo a dura prova.
Arriviamo alla sera in un campeggio vicino a Reykjavik, la capitale, quando il cielo grigio si apre e ci regala un tramonto bellissimo.
Il giorno dopo visitiamo la Laguna Blu; trascorriamo la mattina immersi nelle caldissime acque di questo bellissimo posto: cascate d'acqua calda che ti massaggiano la schiena e fanghi rilassanti.
Il pomeriggio visitiamo la capitale. Finiamo la serata in un ristorante situato all'interno di una casa vichinga, con i camerieri vestiti da antichi guerrieri e degustiamo specialita' locali; da "uomini duri" assaggiamo anche la "pinna di squalo putrefatta", accompagnata da un sorso di Brenivin, un tipico liquore islandese.





Lasciamo la capitale e ci spostiamo nei pressi dell'imponente cascata di Gullfoss, vicina ai geyser Geysir e Srokkur. Sostiamo poi lungo la strada 35 per un pasto al sacco, un vero caffe' fatto con la moca e il fornellino a gas, seguito da un buon sigaro toscano. Ora ci aspetta la parte piu' dura del viaggio: il passaggio all'interno dell'isola.





Prendiamo la F347, una strada che ci portera' a Kerlingarfjoll, i monti delle Streghe.
Fino a meta'Ottocento gli islandesi pensavano che quelle zone ospitassero i peggiori fuorilegge e per paura di incontrarli, questi luoghi sono rimasti inesplorati fino alla meta' del XIX secolo. Per raggiungerle dobbiamo affrontare anche dei guadi abbastanza impegnativi; in uno di questi, un sasso mi pieghera' il paracoppa, per fortuna senza danni al motore.
Troviamo un bel campeggio vicino ad un torrente, riparato dai monti dove ci fermiamo un giorno e il mattino seguente ci svegliamo di buon ora per visitare, a piedi, i monti della zona. Per sicurezza portiamo con noi il GPS, per non rischiare di perderci.
Camminiamo nel piu' completo silenzio, qui il turismo e limitato: le strade non permettono il transito dei pulman, quindi possiamo gustarci il paesaggio nel piu' completo isolamento.
Attraversiamo monti e camminiamo lungo i ghiacciai: un'esperienza davvero bellissima! Poi con nostra grande sorpresa, il paesaggio cambia e ci troviamo davanti a una delle zone geotermiche piu' belle mai viste.
Una vallata di rocce fumanti e fanghi che ribollono dentro delle buche, ruscelli d'acqua calda.....Luca ed io restiamo senza parole, non ci aspettavamo un posto simile.
Rientriamo la sera al campeggio stanchi e infreddoliti ma con ancora negli occhi le spettacolari immagini che questa escursione ci ha regalato.





Riprendiamo le moto per tornare sulla 35 e raggiungere il nord dell'isola. Il problema da affrontare e un guado con una forte corrente a pochi metri da una cascata.
La tensione e' alta, cammino dentro il guado per testare il fondo e l'acqua supera il ginocchio, ma dobbiamo per forza attraversarlo: e' l'unica strada per tornare sulla 35.
Attraverso per primo senza grossi problemi; Luca invece sara' meno fortunato: prende un sasso e sbanda pericolosamente, ma il ragazzo e' in gamba e riesce a uscire dal guado senza cadere.





Attraversiamo la 35 con una splendida giornata di sole, ammirando il paesaggio comodamente seduti sulla moto, solo alcuni tratti, dove il fondo stradale ci obbliga a fare una guida "fuoristradistica", ci "distraggono" dal panorama. Arriviamo nel tardo pomeriggio a Blonduos: grazie al consumo ridotto delle nostre moto e ai 22 litri di serbatoio abbiamo percorso 240 chilometri di sterrati, niente male! Ci fermiamo in un bel campeggio con vista panoramica su un fiordo a Hvammstangi.








Riprendiamo la Ring Road ma, dopo pochi chilometri, mi accorgo di aver dimenticato nel campeggio una parte del bagaglio. Torniamo indietro ad andatura un po' troppo elevata e infatti ci ferma la polizia.Ci dicono di lasciar le moto dove sono e di salire in macchina...a queste parole ci crollano le braccia, penso subito al peggio: il sequestro delle moto e multe salatissime con un rientro inglorioso in aereo.
Mi risollevo il morale quando gli chiedo se ci vogliono arrestare, loro sorridono e affermano che ce la caveremo con 7500 corone ( circa 80 euro) e di salire in macchina semplicemente per pagare la multa.
Dopo aver recuperato la valigia dimenticata in campeggio, riprendiamo il cammino e saliamo lungo la 76, costeggiando le belle strade del nord dell'Islanda. Consigliamo la 82: un facile sterrato che attraversa una zona montuosa molto bella, con un paesaggio davvero incantevole.
Arriviamo in serata sul lago myvant dove ci fermeremo qualche giorno per riposarci. Siamo in sella da piu' di due settimane e incominciamo a sentire la pesantezza del viaggio.
Facciamo amicizzia con dei simpatici ragazzi italiani e con loro partecipiamo il giorno seguente a un'escursione al calderone dell'Askja dove una splendida giornata di sole ci regala un'indimenticabile vista su uno dei posti piu' belli e isolati d'Islanda.
Askja e' il vulcano le cui esplosioni nel 1875causarono danni anche nella lontana Europa. Adesso, nel cratere ormai spento, si trova un'affascinante lago e, proprio nei pressi, si e' formato un piccolo cratere di acqua calda, dove e' possibile anche fare il bagno.




Riprendiamo le nostre moto e ci dirigiamo a Husavik per osservare le balene, ma un gelido vento polare seguito da una bruttissima perturbazione blocca le navi al porto, costringendoci a rinunciare alla gita in barca.
Il giorno seguente prendiamo uno sterrato reso insidioso da molti guadi formati in giorno primma dalla pioggia abbondante, per andare a visitare la cascata piu' potente d'Europa, il Dettifoss: restiamo stupiti dalla gran quantita' d'acqua elargita, in quel momento ci sentiamo piccoli davanti alla forza della natura.
Torniamo la sera allo splendido lago Myvant; qui complice il clima Islandese, il panorama e i colori cambiano ad ogni variazione di luce.
La mattina ci svegliamo con la tenda ricoperta di ghiaccio, Luca riesce a malapena aprire la cerniera bloccata dal ghiaccio.
Riprendiamo la Ring Road in una giornata spettacolare, il cielo di un azzurro intenso, assenza di vento, vediamo con i nostri occhi colmi di gioia tutto lo splendore di questa affascinante isola.
Il pomeriggio arriviamo a Seydisfjordur, piantiamo la tenda e visitiamo il porto; la sera c'e' tempo per un ultima birra in un pub, accolti dalla cordiale gente del posto.
Il giorno dopo salutiamo la nostra Islanda riprendendo la nave.Ci aspettano giorni di navigazione e lunghi tratti di autostrada prima di rientrare in Italia.
In questa isola abbiamo gioito, sofferto e scoperto posti unici come in nessuna altra parte del mondo. Paesaggi lunari, grandi laghi, fiordi, ghiacciai e zone geotermiche di straordinaria bellezza: un viaggio che non dimenticheremo mai.















Voglio ringraziare il mio compagno di viaggio
Luca Bonaccorsi, affidabile in ogni situazione,
che ha affrontato con determinazione anche le
situazioni piu' difficili.

Giorgio Pelati


1 commento:

Propix ha detto...

grazie per il report e le belle foto.
Io parto fra 17 giorni e guardando le tue foto, la voglia di partire diventa incontenibile.

buona strada

www.agnulroad.net