sabato 30 agosto 2008

Africa Raid. Italia-Mauritania-Italia fino ai confini del senegal

Luglio 2007.

Si dice che tra sogno e realta' non ci sia una grossa differenza, secondo me l'anticamera della realta' e' il sogno, da li parte una reazione che innesta in ogni viaggiatore la voglia di scoprire, la curiosita' di conoscere gente e posti nuovi. Non ho mai visto un deserto e mai capito cosa significa attraversarlo, gia da tempo ero spinto per partire e provare questa nuova esperienza cosi' una sera studiando vari itinerari e spinto da una curiosa email che ho ricevuto da un amico ho visto con interesse un posto dove il Sahara incontra l’Africa nera, uno stato dell’Africa occidentale situato tra le sabbie desertiche a nord e il Senegal a sud, con l’oceano Atlantico a bagnare le sue sponde occidentali.
Un Paese che ha come protagonista assoluto il deserto, e che come nessun altro stato africano offre agli occhi di chi la visita il contrasto netto e affascinante tra la sabbiosa distesa sahariana e quella sterminata delle acque dell’oceano:
La Mauritania.
Alle 12 stacco da lavorare, il tempo di arrivare a casa, vestirmi aprire il garage dove vedo la mia fedele moto, un suzuki v-strom 650 carica pronta per partire, un abbraccio alla famiglia e alle 13,30 accendo start e parto.
Per recuperare un giorno, decido di fare una tirata da Ferrara fino a Algesiras, non so bene cosa mi spinge a commettere una imprudenza simile ma quando mi metto in testa una cosa la devo fare a tutti i costi, ho gia fatto tirate di oltre 1300 Km ma spingermi a livelli simili mai.
Le ore passano durante il lungo trasferimento autostradale, attraverso la Francia e all'una di notte entro in Spagna, mi fermo per una sosta di mezzora, iniziano gli sms di amici preoccupati di questa mia pazzia, li assicuro che sto bene e proseguo ma quando arriva l'alba ecco che iniziano i primi colpi di sonno, incomincia una lotta con me stesso quasi da tortura, nonostante la stanchezza e il sonno proseguo in questa folle tirata, le ore e i km rallentano il tempo dilata, piu' volte mi calano gli occhi ma strigo i denti mastico gomma e vado avanti.
Finalmente alle 16 circa arrivo ad Algesiras, ho percorso 2.357 Km in ventisei ore ad una media dei 120 senza mai dormire, ma non mi vanto di questo che scrivo e una cosa del genere non la ripetero' mai piu e mi ritengo fortunato non essere finito fuori strada per un colpo di sonno.
Il giornio dopo mi imbarco per il Marocco e gia' in nave capisco subito che devo aprire gli occhi e stare molto attento, l'esperienza dei viaggi che ho fatto in precedenza mi fa intuire che devo gia' dalla nave iniziare le prime pratiche doganali che finiro' una volta sbarcato a Tanger.
Appena sceso dalla nave non impiego molto tempo per uscire dalla dogana, una mancia al poliziotto giusto e in 15 minuti posso gia' riprendere il mio viaggio.
Altra lunga tappa di trasferimento fino ad Agadir dove mi aspettano Fabrizio e Monica i miei compagni di viaggio con il loro Bmv 1150 gs, hanno gia' visitato l'anno prima questi posti e grazie a loro ho modo di approfondire le mie conoscenze.
Il giorno dopo riprendiamo il viaggio e lentamente entriamo nel deserto del sahara occidentale che subito mi abbraccia con temperature che toccano i 60 gradi, l'aria e' rovente a tal punto che il metallo della leva del freno anteriore e della frizione scotta da far fatica a frenare e cambiare.
A parte le difficolta' del caldo atroce finalmente entro nella solitudine del deserto e ho i primi incontri con i cammelli, non li avevo mai visto dal vivo e vederli per la prima volta nel loro abitat naturale mi ha dato un senso di felicita' e soddisfazione.
Arriviamo la sera a Laayoune una citta' militare, dove ci rilassiamo e faremo una cena a base di pollo e coca cola ( la loro religione non ammette alcolici) , gustandoci anche dei fuochi pirotecnici che ci danno la buona notte.
Il giorno dopo riprendiamo la marcia e iniziano i primi dei tanti controlli e posti di blocco che fara' la polizia lungo la strada ma grazie a una serie di fotocopie dove si compila i dati nostri e della moto , sbrighiamo in previssimo tempo i controlli ad ogni posto di blocco.
La strada atlantica che costeggia il mare e affianca il deserto rende il paesaggio vario e spettacolare, difficile da descrivere noto chilometri e chilometri di spiagge isolate dove vivono i nomadi nel deserto, questa gente vive in capanne e tende lungo la costa e sfruttano le barche arenate anche come abitazione.
Finalmente la temperatura si abbassa di parecchi gradi, forti raffiche di vento e sabbia rendono la nostra marcia difficile, ma grazie ai miei occhiali anti sabbia e un fular davanti alla bocca riesco a procedere senza che la sabbia mi rechi grossi fastidi.





Nei pressi di Dakhla mi aspetta un tramonto che regala una luce quasi irreale, il paesaggio e' spettacolare, mi sento a mio agio in questi posti.
La sera a Dakla in un ristorante non molto pulito, decido di mangiare un polpettone di cammello come e' mia abitudine assaggiare i piatti del posto, ma commetto un gravissimo errore, inizio durante la notte a star male, il giorno dopo parto con un gran mal di testa, capisco subito che mi aspettera' una giornata difficile e impegnativa.
Prima di avvicinarci al confine della mauritania prendiamo un caffe' nel deserto, sara' l'ultimo momento tranquillo ma dentro di me non lo sono, la distanza da casa e tanta, ' sto' male ma non posso arrendermi alle prime difficolta' devo andare avanti.
Arriviamo a venti km dal confine dalla Mauritania per un ultimo rifornimento, da adesso in poi nella mia moto mettero' solo benzina con piombo, per fortuna il motore non ne risente, anzi non mi accorgo della differenza il bicilindirco suzuki continua a girare che e' una meraviglia.




Arriviamo finalmente al confine con la Mauritania, dove dovremo passare la terra di nessuno, in pratica e' una pista di 4 Km dove c'e' solo sabbia e sassi, dobbiamo stare molto attenti spesso le moto sbandano a causa della sabbia, io rischio piu' volte di cadere ma per fortuna tutto si risolve solo con un po' di tensione e finalmente entriamo in Mauritania.
Da adesso in poi ci sono 500 Km di deserto dove c'e' solo un distributore di benzina a meta' strada ( aperto da poco) per arrivare a Nouakchott, adesso sto' veramente male' quel maledetto polpettone mi causa brividi di freddo e nausea, sudori freddi e gonfiori di stomaco sto' malissimo, avanzo per duecento km dove non faccio in tempo a fermare la moto che vomito in corsa, scendo dalla moto e restero' piegato per alcuni minuti.
I miei compagni non possono fare niente per me restano in silenzio e mi aspettano.
Ho voglia di sdraiarmi nel deserto, ho sonno non ho dormito e i dolori intestinali compreso il malditesta sono atroci, vorrei lasciarmi andare ma non posso, non posso abbandonarmi nel deserto con il rischio di essere rapinato e non posso contare sull'aiuto di un mezzo di supporto, posso solo contare sulle mie forze faccio alcuni respiri profondi, a passi lenti mi avvicino alla moto salto in sella accendo start e riparto.



Mancano 300 Km a Nouakchott vedo la strada che si sdoppia davanti a me vedo tutto annebbiato, nei pochi momenti di lucidita' ricordo un tramonto bellissimo , varie sfumature di colori nelle dune del deserto mentre passano cammelli che girano indisturbati ai lati della strada.
E' un vero peccato, non gustarmi in tutta tranquillita' questi momenti ma adesso la mia unica preoccupazione e' di raggiungere l'hotel e riposare sdraiarmi nel letto recuperare le forze e dormire, dormire.......
La sera tardi arriviamo Finalmente a Nouakchott la capitale che significa "il posto dei venti", non so come ci sono riuscito ma finalmente sono in hotel, dormiro' 14 ore di filato. Il giorno dopo ripreso in parte dal malanno visitiamo la citta', ma vedo una gran poverta', gente alla fame, camion che trasportano di tutto dalle persone agli oggetti, altri che a braccia spingono carretti caricati all'inverosimile, dentro di me provo un senso di compassione per quella gente.
Vediamo una moschea, ci avviciniamo e chiediamo se possiamo entrare per visitarla, purtroppo possono solo entrare chi e' di religione mussulmana guardando da fuori vedo
all'interno colonne e archi bellissimi dipinti di un blu' intenso, tentiamo piu' volte di entrare, ma quando chiamano le guardie a questo punto e meglio andare via, un vero peccato.
Il giorno dopo riprendiamo il viaggio, siamo solo a 200 Km circa dal Senegal il paesaggio cambia, la sabbia diventa rossa vedo alberi ma anche nuvole cariche di pioggia, si perche' in Agosto e' il periodo delle piogge e prendere un acquazzone non e' difficile.
Dietro alla mia moto ho un borsone carico di medicinali da dare in dono a chi ne ha bisogno, notiamo una scritta che indica un centro medico in un villaggio nei pressi di Tiguent decidiamo quindi di donare i nostri medicinali in questo centro e si rivelera' una scelta azzeccata, infatti di centro medico c'e' solo la scritta perche' non hanno niente! Stanze vuote e assenza di medicinali,un ragazzino sdraiato nel letto con il corpo ricoperdo di pustole e la madre amorevolmente asciuga con la gonna, potete immaginare l'igiene; il dottore non c'e' perche' e' in un'altro villaggio,l'unico dottore fa il giro di alcuni villaggi durante la settimana.
Potete immaginare la sorpresa e la festa che ci fanno quando gli portiamo questi medicinali finalmente hanno qualcosa e' solo una goccia nell'oceano ma e' gia' qualcosa, una donna mi regala una foular e iniziano ad avvicinarsi a noi piu' disinvolti, devo dire che e' bella gente piacevole e gentile, molto simpatici riescono a strapparmi un sorriso e nonostante la loro poverta' vedo una grande armonia tra loro.



Riprendiamo il viaggio fino ai confini del senegal dove decidiamo di prendere una strada sterrata che entra in una bella zona di palude, la flora e la fauna e' gia' diversa il cambiamento e' notevole lasciamo il deserto e entriamo in una zona della mauritania insolita e' particolare, purtroppo e' il periodo delle piogge e' il giorno prima ha piovuto, la nostra marcia prosegue per sette otto km io provo andare avanti da solo ma resto piantato con la moto nel fango, aiutato dalla popolazione del posto e dai miei compagni riesco ad uscire dal fango e tornare indietro, a questo punto la nostra marcia finisce oltre non si va e lentamente torniamo indietro.
Dopo 70 km mentre ritorniamo a nouakchott decidiamo di fermarci a prendere un caffe' nel deserto preparato dall'immancabile moca e poco dopo due mauri si fermano per chiederci se abbiamo bisogno di un aiuto, innegabile un invito a prendere con noi un caffe' nel deserto. Seduti in cerchio all'ombra di un'albero si parla di vari argomenti, ma quello che mi ha piu' colpito e' quando ci spiegano che la loro religione insegna che tutti i popoli possono convivere tra loro in pace e serenita' anche se hanno religioni diverse e non sono le religioni ad essere stupide ma gli uomini.......



Questi discorsi descritti da questa gente in armonia tra noi mente soffia il vento nel deserto mi ha fatto scorrere un brivido nella schiena, eravamo due mondi diversi che parlavano in armonia tra loro e nonostante la loro semplicita' il modo di parlare ed esprimersi era piacevole e ti coinvolgeva nei loro racconti, questi discorsi non li dimentichero' mai e la motocicletta mi ha regalato un altro momento magico che rende il mio spirito sempre piu' ricco.

Riprendiamo la marcia dopo che abbiamo salutato i nostri amici e risaliamo verso nord, non pensate che rifare la stessa strada al ritorno sia noiosa perche' l'avete gia' percorsa vi sbagliate di grosso, la visuale cambia di conseguenza le luci, i colori e i paesaggi sono visti in un ottica diversa.
Incontreremo un fortissimo vento dove le moto consumeranno tantissimo carburante al punto che nei pressi di dakhla la mia moto non arriva al distributore di benzina con i miei 22 litri nel serbatoio, per fortuna con me ho due taniche da 5 litri di scorta e evito di restare a piedi, quando si va in questi posti e meglio portare carburante di riserva per evitare brutte sorprese.



Dopo giorni di viaggio arriviamo a Marakech dove ci perdiamo nelle lunghe strade del suk dove centinaia e centinaia di negozianti vendono di tutto, decido anche di sottopormi ad un rito dei serpenti velenosi che dicono loro sia di buon auspicio ma io ho i miei dubbi, nonostante tutto vengo avvolto di serpenti e uno me lo infilano anche dentro la maglietta!
Il giorno dopo saluto i miei amici e proseguo il viaggio di ritono, dove mi imbarchero' per Tarifa dove abbraccio di nuovo l'Europa.
Proprio qui a Tarifa ricordo un viaggio che ho fatto in solitaria qualche anno fa tra Spagna e Portogallo e fermandomi proprio a Tarifa ho visto la terra del marocco pensando dentro di me cosa ci sara' oltre quella costa?
Adesso riguardo dallo stesso punto lo stesso paesaggio che vidi qualche anno fa e' con soddisfazione sorrido, mi accendo un sigaro toscano e mi gusto per 20 minuti il sapore del tabacco pensando a tutti i viaggi che ho fatto in questi anni, finito il toscano e le mie riflessioni accendo start e riparto il viaggio non e' ancora finito.



Visito Siviglia dove mi fermo un paio di giorni e mi rilasso visitando bei palazzi che questa citta' regala e gustandomi alla fine di ogni pasto un buon brandy seguito dall'immancabile toscano, proseguo verso Nord Est a Huesca una piccola citta' guarda caso In piena festa, dove mi divertiro' tantissimo e attraverso i bellissimi Pirenei che visitero' con grande interesse, poi lentamente l'inevitabile rientro a casa percorrendo 12.000 Km.

Un viaggio in Africa ti lascia sempre qualcosa nel cuore e ancora adesso quando chiudo gli occhi sento il soffio del vento nel deserto.



Giorgio Pelati