sabato 31 maggio 2008

Winter Raid

Winter Raid

E la mattina del 22 Dicembre 2007, come sempre mi alzo di buon'ora e mi preparo una buona colazione in casa al caldo, gia al caldo e alla comodita' fuori la giornata e bella ma fa freddo, -2 Gradi.Mi vesto, prendo la mia inseparabile borsa da serbatoio apro il garage e tiro fuori la moto, mi aspetta un nuovo viaggio in pieno inverno.L'abbigliamento che ho adottato e il classico in goretex con inbottiture invernali, per ripararmi i piedi e le gambe del freddo ho messo un coprigambe imbottito della tucano studiato a posta per il modello del mio suzuki v-strom 650, mentre per riparare le mani ho usato delle classiche moffole.Accendo il mio bicilindrico e imbocco l'autostrada in direzione Ancona dove prendero' il traghetto per imbarcarmi in Grecia e da li la lenta risalita dei Balcani in moto.....Arrivo nel Porto e vado subito a prendere il biglietto senza prendere la cabina, dormiro' sul ponte o meglio dentro a un corridoio della nave cosi' il prezzo del biglietto si ridurra' di parecchio.La ragazza che sta' dietro la biglietteria mi dice che se prenoto subito andata e ritorno avro' un'ulteriore sconto del biglietto ma quando gli spiego che ho intenzione di rientrare in Italia via terra, mi guarda inizialmente con aria stranita, brevemente gli spiego cosa intendo fare e con un bellissimo sorriso e due occhietti maliziosi mi augura buona fortuna, e di fornuna ne avro' proprio bisogno...Alle 16 circa mi imbarco, fisso bene la moto con i ganci della nave, (ormai sono esperto l'ho fatto tante volte) e lentamente il traghetto parte, una buona cenetta seguita da un buon sigaro toscano e pochi turisti, la maggior parte della gente sulla nave e' per lo piu' frequentata da camionisti in questo periodo dell'anno.La mattina sbarco e davanti a me si presenta una bellissima giornata di sole, la temperatura e +3 gradi, bene il morale e alto sono ben riposato anche se ho dormito in un'angolo di un corridoio della nave sotto ad un sacco a pelo ho dormito profondamente, per fortuna anni di viaggi in ogni situazione mi ha abituato a dormire senza grossi problemi dove capita, mentre ho notato che la maggior parte della gente che per anni e' rimasta abituata a dormire sempre comodamente nel letto di casa quando si sono trovati in situazioni diverse hanno trovato grosse difficolta' nel dormire durante i viaggi.





Arrivo a Kalpaki a 30 chilometri dal confine Albanese,rispetto a qualche anno fa le strade sono ottime e ben pulite, mi gusto i bei panorami che regalano le montagne della grecia, proseguo fino a circa 12 km dal confine quando vedo una colonna di macchine ferme, visto che ormai sono le feste di natale credo sia tutta gente che torni in patria per trovare i parenti, ad ogni modo sono in moto e questo per fortuna non mi crea problemi, da un lato lentamente sorpasso il lunghissimo serpentone di macchine e in in men che non si dice mi trovo davanti al confine.Non impiego molto a sbrigare le formalita' doganali, in neanche 20 minuti sono entrato in Albania.




Davanti a me trovo una una grande vallata, credetemi complice anche la bella giornata di sole il paesaggio e' molto bello, per fortuna la temperatura restera' invariata di sette-nove gradi sopra lo zero.Prendo una strada che costeggia il mare sopra a delle montagne, a parte le strade che sono ridotte in condizioni pessime, il paesaggio e' spettacolare, un mare stupendo, rocce di colori e forme diverse tutto era perfetto,



quando all'improvviso durante una preve sosta per scattare qualche foto, si affianca una macchina, dove dentro ci sono tre persone due d'avanti e uno dietro, uno di loro abbassa il finestrino e mi chiede se ho dei problemi, io lo guardo e vedo un ragazzo con una faccia da galera e uno sguardo cattivo come pochi, non capisco il senso della sua domanda, lui mi risponde in un perfetto italiano " perche' ci hai sorpassati e subito dopo ti sei fermato? Hai qualche problema con noi per caso?" Mentre diceva queste parole ho notato un fucile nel sedile posteriore dell'auto e dio sa cos'altro portano che non vedo.Gli rispondo " no nessun problema ragazzi, mi sono semplicemente fermato per scattare una foto, in questo punto il paesaggio molto bello" detto queste mie parole resta leggermente confuso da come mi guarda, forse (penso io) non conosce il mondo del viaggio in moto, ci pensa un'attimo e mi risponde " va bene allora scatta pure le tue foto, sei fortunato adesso non ho tempo perche' devo adare, ma non fermarti troppo in queste strade isolate possono essere molto pericolose", fa un cenno con il braccio all'autista dicendo di proseguire, noto anche che la macchina e sprovvista di targa...Non me lo faccio ripetere due volte, accendo la moto in un lampo li risorpasso e senza fermarmi arrivo in serata a Vlore dove Trovo un'hotel in riva al mare e con pochi spicci mi rilasso con un'ottima cena a base di pesce.



La sera parlo con molte persone, dove mi spiegano i loro problemi politici e economici, due ragazzi mi chiedono in quale hotel alloggio,ma mentiro' dicendo che non ricordo il nome, insistono per offrirmi la colazione la mattina dandomi un appuntamento ma io ribadisco che devo partire e fare molta strada e rifiutare l'offerta, daltronde sono solo e non posso fidarmi della gente.Il viaggio prosegue, attraverso le strade del nord dell'Albania, purtroppo devo dire che il paesaggio a differenza del sud e triste e desolante, noto una poverta' disarmante e per di piu' le strade quando entro nelle citta' sono pericolose, causa di mancanza di semafori e segnaletiche, piu' volte mi trovo circondato da macchine che girano ovunque, il caos regna sovrano e i poliziotti che sono negli incroci, piu' che dirigere il traffico mi sembra il traffico che dirige loro.






Arrivato al confine con Montenegro si presenta un problema, l'impianto elettrico della moto e' impazzito, ogni tanto il quadro si accende e spegne mentre le luci e le frecce si accendono dove gli pare a loro .Cristo e un bel casino, per fortuna il motore continua a girare regolarmente, pero' la preoccupazione sale alle stelle.Arrivo alla dogana dei Montenegro e presento i documenti per le solite formalita' ai doganieri, quando uno di loro con tono cattivissimo mi risponde "manca il foglio di assicurazione" gli rispondo che ne sono sprovvisto, non faccio in tempo a finire la frase che mi dice " gira la moto e torna in dietro, niente foglio niente entrata!!" a questo punto inizio ad incazzarmi pure io, gia il problema alla moto, per di piu' sto' burino," ma scusa(dico io) dammi sto foglio qui in dogana" lui risponde con tono sbigottito e interrogativo " si io te lo posso fare ma c'e' un problema ti costa dieci euro" dopo una risposta simile mi vien voglia di divorarlo, ma cerco di restare calmo e gli dico " non ci sono problemi tu dammi il foglio compilato e io ti pago".Entro in montenegro, un po' amareggiato per la moto e ancora incazzato per quel doganiere rompipalle, nonostante tutto mi godo un paesaggio veramente molto bello, devo dire che Montenegro e paesaggisticamente parlando una favola, le strade sono fantastiche e mi diverto pure a fare qualche piega ma senza esagerare, ci sono molti poliziotti.




La sera verso le 17 entro in Bosnia e mi fermo in un piccolo hotel a Trebinje, l'idea di fare la deviazione a Sarajevo la salto, ho la moto che non funziona bene e non voglio sfidare la fortuna piu' di tanto, anche le temperature si stanno abbassando man mano che proseguo verso nord per di piu' ho visto il meteo in un bar dove si sta' avvicinando una grossa perturbazione nei balcani con forti nevicate quindi decido di andare avanti con il mio programma.La mattina parto in compagnia di una forte pioggia, niente male e il giorno di natale e piove a dirotto nonostante tutto il morale e' alto la moto per fortuna si e' accesa quindi posso proseguire.Entro in Croazia e proseguo fino Split sotto un diluvio d'acqua, per fortuna smette e si apre una bellissima giornata di sole, l'impianto elettrico continua a fare capricci ma il motore gira che e' uno spettacolo, lascio la statale e entro in autostrada, mi fermo in un autogril per un rifornimento e un panino, continuo a leggere molti sms di amici che mi fanno gli auguri di natale e di Buona strada, forse potra' contare poco ma questi sms mi danno un grosso aiuto morale.La marcia in autostrada e lenta e regolare, sono le tre del pomeriggio, un sole fantastico, assenza di vento e l'autostrada e deserta, solo io la moto la strada e chilometri e chilometri di praterie deserte, il tutto condito con una temperatura gradevole di +10 gradi, mi sembra di vivere un sogno. Poi nei pressi di Posedarje l'autostrada inizia a salire su un passo e improvvisamente il sogno si interrompe da forti raffiche di vento laterali, dove una addirittura rischia di schiantarmi contro il lato di una montagna.Rallento e il mio volto non e piu' sereno e rilassato, ma serio e preoccupato, cazzo queste raffiche di vento sono pericolose, decido di avanzare ad una andatura di 50 km orari di piu' non vado, noto un paesaggio spettacolare visto dall'alto, merita una foto ma non posso fermarmi in questa zona le raffiche di vento sono troppo forti rischio seriamente di finire per terra devo mio malgrado proseguire.Finalmente dopo venti interminabili chilometri di raffiche di vento e andature ridotte entro in una galleria e tiro un sospiro di solievo, ma durera' poco perche con mia grande sorpresa appena uscito dalla galleria il paesaggio cambia radicalmente, la temperatura si abbassa a meno 5 gradi il cielo e ricoperto di nuvole il paesaggio e ricoperto di neve, un tipico paesaggio da Elefantentreffen.Mi fermo per un breve filmato e un paio di foto, ma lascio subito la tecnologia per rimettermi i guanti, fa veramente freddo e restare a mani scoperte senza guanti rischio il congelamento.Proseguo lungo un paesaggio desolato grigio e innevato, sono profondamente colpito dal come in pochi km ho trovato questo cambiamento improvviso di clima, lungo l'autostrada noto pericolosi tratti ghiacciati, per fortuna girano molti camion spargi sale dove limitera' il problema del ghiaccio.




Ormai e quasi buio, sono le 16,30 il problema dei viaggi in inverno sono le giornate corte, finche' e giorno va bene ci duri anche ma viaggiare di notte e impensabile, o per lo meno e fortemente sconsigliato.Decido di proseguire ugualmente, voglio arrivare a Rijeka a Nord della Croazia, l'impianto elettrico della moto ogni tanto fa dei capricci, ormai e buio sono solo e avvolto nella morsa del ghiaccio, i piedi non li sento e le mani mi fanno un male cane sempre causato dal freddo, il corpo inizia a tremare, la temperatura e' arrivata a meno 9 e viaggio ad una media dei 120 km orari.Ma la mia costanza e premiata, finalmente esco dall'autostrada e entro a Rjeka, mi fermo in un distributore per far benzina e mi rilasso un'attimo fumandomi un buon toscano, oggi e' stata una giornata lunga e intensa.Contento, trovo un buon hotel dove finalmente mi faccio una doccia calda e dopo 30 minuti riesco a trovare di nuovo sensibilita' ai piedi mezzi congelati, entro in un ristorante di lusso e ordino un'abbondante cena a base di pesce e sorseggio un'ottimo vino, non bado spese e mi tratto da signore, oggi me lo sono proprio meritato. Con la pancia piena e le guance rosse mi incammino in camera, punto la sveglia, mi sdraio nel letto e crollo in un sonno profondo.Riparto la mattina sotto un sole splendido, la temperatura e bassa, meno 5 ma non mi preoccupo, oggi voglio arrivare a Tarvisio dove mi aspettano i miei amici.A parte il solito impianto elettrico che continua a stressarmi la marcia continua regolare quando sento dei rumori strani e sospetti alla catena, cristo dico io che cavolo c'e' adesso!!!!Controllo e vedo che ormai la catena della moto e alla frutta, il deserto della Mauritania l'ha massacrata e questo viaggio le ha dato il colpo di grazia.Bene canena rovinata impianto elettrico difettoso che faccio? Che domande si va avanti!Entro in Slovenia, da poco hanno aperto le frontiere e finalmente passo senza burocrazia inutile, e poco dopo finalmente entro in Italia.Proseguo nonostante i problemi, questa moto e un vero miracolo e dopo due ore leggo il cartello Tarvisio, con mia grande gioia urlo dentro al casco: "Sii!!! Tarvisio!!!! C'e' lho fatta!! nonostante tutto ci sono riuscito!!"



Sono al settimo cielo, la temperatura e meno otto gradi fa un freddo boia e raggiungo l'hotel dove alloggiano i miei amici e compiaciuto ai lati della strada vedo i campi da sci e assenza di motociclisti, ridendo come un matto dico " ma chi e' quel pazzo che va in moto a Tarvisio con questi freddi..."Per giorni parcheggio la moto nel garage dell'hotel dove mi gustero' paesaggi innevati e giornate fantastiche ma non in moto ma con un paio di sci sulle piste austriache.





Poi il rientro a Ferrara dove alla mia fedele le aspettera' un super tagliando per rimetterla a nuovo, se la merita proprio la mia moto e' una vera guerriera.

Giorgio Pelati

domenica 25 maggio 2008

Elefantentreffen in Piaggio Ciao



Tre uomini, tre ciao, nessun mezzo di appoggio e un' obbiettivo, raggiungere uno dei raduni di moto piu' freddi del mondo : l'Elefantentreffen.
Unico aiuto sara' il variatore, indispensabile per le salite, visto che dovremo
attraversare il Passo del Brennero e Dio sa cosa ci aspetta.
Non c'e' un motivo preciso per questo viaggio cosi' "strano" fatto con mezzi meccanici cosi' piccoli e precari, per me e piu' una sfida piu' che un viaggio vero e proprio, ad ogni modo mi sbagliero', perche' l'idea della sfida mi andra' via dalla mente una voltapartito...
Il punto di partenza e Bolzano la sera del 24 Gennaio 2007, dove raggiungo Giovannidi Lecce e Luca di Vicenza ( i miei compagni di viaggio), verso le 21,30, il mio motorino e caricato dietro la macchina, arrivero' giusto in tempo per un saluto, seguito da una bella cenetta e un breve relax, ho lavorato tutto il giorno staccato e guidato fino a Bolzano.....
Dopo cena parliamo del piu' e del meno, Gigino (il nome che ho dato al mio motorino) lo tirero' fuori dalla macchina domani mattina, adesso ho proprio bisogno di dormire, da domani per qualche giorno finira' la vita "normale" e iniziera' una nuova avventura.
Mi Sveglio di buon ora e prepariamo i nostri muli, Giovanni oltre ad essere il piu' anziano e' anche un veterano di viaggi in Ciao, per chi non lo sa ha fatto il giro d'Italia in Ciao da solo e senza mezzi di appoggio....
Finalmente tutto e pronto, viaggeremo con uno zainetto in spalla, dietro ai motorini un borsone e sulla pedana dove all'interno c'e' il motore appoggeremo una tanica da 5litri per la benzina, e meglio non fidarsi del solo serbatoio Giovanni e Luca useranno dei Gps che alimenteranno con una batteria alternativa.
Finito i preparativi finalmente si parte per fortuna con una bella giornata di sole e la temperatura piu' tre gradi.
La marcia procede lenta e regolare, mi sento abbastanza tranquillo, prima di intraprendere questo viaggio ho fatto un giro di prova partendo da Ferrara andando fino al lago d'Iseo e tornando indietro, grazie a quel giro di 400 chilometri ho fatto al motorino modifiche importanti per rendere la mia marcia piu' sicura e confortevole possibile.
Ci fermiamo in un distributore nei pressi di Vipiteno per un primo rifornimento, qui la temperatura si avvicina allo zero e iniziamo a sentire il freddo, come abbigliamento abbiamo usato gli stessi per andare in moto, il piu' aggevolato alle interperie e' Giovanni che ha installato nel suo ciao un paravento, mentre io e luca che ne siamo sprovvisti subiremo tutte le interperie che incontreremo durante la nostra marcia.
Dopo il rifornimento inizia il passo del Brennero, qui' entra in gioco il variatore che ci aiutera' nella salita, man mano che la nostra marcia prosegue la temperatura si abbassera' a meno sette-otto gradi dove restera' invariata cosi' per tutto il resto della giornata, per le mani non ci sono problemi ho dei grossi guantoni e le moffole che mi terranno le mani calde, il corpo e ben protetto dalla mia attrezzatura tecnica, l'unico problema sono i piedi che il freddo mi dara' noia in quela zona del corpo per tutto il viaggio.
Arrivati in cima al Brennero, ci fermiamo per una breve sosta dentro ad un Bar per bere una cioccolata in tazza calda e scaldarci i piedi




La giornata procede lenta e regolare, nonostante la bassa temperatura ci gustiamo il
paesaggio invernale ancor piu' apprezzato grazie alla ridotta velocita'.
In serata arriviamo in Austria nei pressi di Schwaz dove ci fermiamo in una pensione, oggi abbiamo percorso 230 Km circa per fortuna senza imprevisti.
La mattina alle 7 suona la sveglia, accendo la luce e apro dolcemente gli occhi sfilo le calde lenzuola e mi siedo nel letto appoggiando i piedi nel freddo palche', dentro di me sento la stanchezza e un pizzico di dubbio pensando che mi aspetta un'altra giornata fredda e chissa' cos'altro, vado in bagno e mi guardo allo specchio, pensado chi cavolo me lo ha fatto fare spingermi in una situazione del genere e preso da una punta di demoralizzazione, di solito la mattina per la prima mezzoretta appena svegio mi vien voglia di mollare tutto nelle normali giornate di lavoro, figuriamoci in questa situazione assurda, non finisco di darmi una bella lavata di faccia con dell'acqua gelata( per me un'ottima sveglia) che mi arriva dal cellulare un sms da Luca scrivendo che e' fuori a sistemare il bagagli nel motorino e sta' nevicando!
Poco dopo scendo e vedo Gigino ricoperto di neve con candidi fiocchi di neve che scendono dolci, facciamo colazione, tiriamo via la neve che si e' accumulata durante la notte sui nostri muli, sistemiamo i bagagli due colpi di bedali e BBRRIIMMM pot pot pot pot, il motore di Gigino gira che e' una meraviglia.
Lasciamo l'Austria e entriamo in Germania passando attraverso piccole stradine alternative che secondo i calcoli fatti dal gps di Luca dovrebbe accorciare di molto il tragitto.
Il paesaggio e' incantevole tutto attorno a noi e di un bianco intenso, le strade sono ancora ricoperte di neve per una moto sono pericolosissime, per un Ciao uno scherzo.








Dopo circa due ore ci fermiamo in un bar per fare il punto della situazione e non e' dei piu' ottimisti perche' ci mancano ancora 190 Km e in poco piu' di due ore abbiamo percorso solo 40 Km.
Luca inizia ad andare nel panico,incomincia ad aprire le cartine stradali come un
forsennato, i suoi occhi sono sgranati, guarda la cartina e il gps, cartina e gps sembra disperato io e Giovanni ci guardiamo un po' straniti da questa situazione.
" Dai Luca se non arriviamo alla buca fa lo stesso, mica dobbiamo diventare matti", a queste mie parole il volto di Luca diventa bianco cadaverico e improvvisamente sbatte il pugno su tavolo dicendo " NO!!! IO DEVO ARRIVARE!!!".
Io e Giovanni restiamo colpiti da questa sua ossessione nel'arrivare a tutti i costi a destinazione, a questo punto per tranquilizzarlo optiamo per una soluzione, lasciare perdere le indicazioni del gps e prendere le strade principali, anche se piu' lunghe, trafficate da auto, camion e meno belle paesaggisticamente parlando ci permettera' di andare ad andatura leggermente piu' veloce e regolare.
Si rivelera' una scelta azzeccata, i Km iniziano a scorrere, le nuvole se ne vanno e si apre una bellissima giornata di sole, unico punto impegnativo per tutto il giorno saranno le temperature che arriveranno a meno venti gradi sotto lo zero!!!!
Durante un rabbocco di miscela lungo la strada si fermano un gruppo di ragazzi con delle moto Guzzi ipercariche anche loro diretti verso l'elefante, scambiamo quattro chiacchiere e ci fanno i complimenti per come stiamo affrontando il viaggio con mezzi meccanici cosi' piccoli, io ringrazio e ci inrociamo con i nostri occhi lucidi di gioia e pieni di vita un sincero sorriso nascosto dalle nostre maschere stile diabolik che ci aiutano a scaldare il viso dalle rigide temperature.
Verso le 13 circa ci fermiamo in un distributore per fare rivornimento e un pranzetto dentro al bar io usero' laria calda che fuoriesce dallo sfiato di un frigo per scaldarmi i piedi infreddoliti.
La marcia procede regolare, i camion che ci sorpassano sembrano che vadano a velocita' elevatissime, rispetto alla nostra andatura ridotta.
Sono felice e rilassato, nonostante le basse temperature il mio corpo regge bene grazie anche al mio abbigliamento tecnico e in serata finalmente arriviamo a Solla a pochi chilometri dalla buca dove iniziano i primi incontri di motociclisti stile Vikingo diretti a questo affascinante ma allo stesso tempo bizzarro raduno.
Non dormiremo in tenda dentro la buca dell'elefante per il semplice fatto che non abbiamo posto per piazzare tutta la roba da campeggio nei nostri piccoli motorini, voglio ricordare che viaggiamo soli senza mezzi di appoggio....
Nell'hotel dove alloggiamo e pieno di moto BMW la stramaggioranza di loro sodo dell'elica, sento e partecipo ai loro discorsi, molti si vantano di aver partecipato piu' volte a questo raduno, fanno sfoggio con orgoglio di molte medaglie di partecipazione all'elefante, ma dormendo comodamente io hotel e viaggiando a moto scarica....
Il giorno dopo Ci svegliamo con una intensa nevicata, o meglio nevica veramente tanto, Giovanni visto il clima dice che preferisce passarlo in camera ma io e Luca lo guardiamo con occhi vitrei e aria minacciosa; si va alla buca in ogni caso!!
Pochi chilometri e eccoci al mitico raduno siamo arrivati all'Elefantentreffen ce l'abbiamo fatta!! immancabile le foto di rito, adesivi targhette varie e una visita all'interno del raduno con i nostri gloriosi mezzi.
Giovanni restera nella parte alta, da buon viaggiatore osservera' ilposto mentre io e Luca arriviamo in fondo alla buca nel Cuore del raduno.
Per qualche ora saremo circondati da un sacco di gente che ci faranno domande, complimenti e molti anzi tanti RISPECT!!
Sono al settimo cielo, sono andato in uno dei raduni di moto piu' freddi, famosi e
frequentati al mondo per la prima volta con un CIAO.
Durante la risalita dalla buca ho un'imprevisto, perdo la marmitta e raggiungo Giovanni con il ciao che fa un casino della Madonna, appena Giovanni mi vede si mette a ridere e mi scatta una foto mentre pure io rido come un cretino con la marmitta del ciao in mano.
Quanto ridere ragazzi, quanto ridere.......






E ormai pomeriggio innoltrato e decidiamo di rientrare in hotel, domani ci aspetta il rientro ma il ciao di Giovanni ha dei problemi perde potenza durante il rientro in hotel, mentre il mio motorino senza marmitta fa un casino incredibile.
Una volta in Hotel, non impiego molto a sistemare Gigino, del filo di ferro e una fascetta fisseranno la marmitta per il rientro, mentre il punto interrogativo resta il Ciao di Giovanni che continua a perdere potenza, si sospetta un'infiltrazione d'acqua nel serbatoio.
La mattina seguente Luca partira' in solitaria, cercando di rientrare in meno tempo
possibile con il tentativo di battere un record personale.
Io e giovanni partiamo poco dopo ma gia' dai primi chilometri il motorino di Giovanni incomincia di nuovo a perdere potenza fino a fermarsi definitivamente, un vero peccato cerchiamo di rianimarlo in piu' modi ma niente da fare il viaggio on the road di Giovanni finisce a pochi chilometri dalla buca durante il rientro.
Ci salutiamo io decido di proseguire, Giovanni lascia il suo motorino in una fattoria che andra' a recuperare qualche mese piu' avanti e mi aspettera' a Bolzano prendendo un Taxi fino alla stazione piu' vicina e rientrando in treno...
Riprendo la marcia in solitaria e sento dentro di me una morsa al cuore, il dispiacere di lasciare un amico, un compagno di viaggio ma devo farmi forza e cercare di accantonare questi pensieri e concentrarmi per il rientro adesso sono solo io e Gigino.
Il viaggio prosegue regolare, e arrivo in serata nei pressi di Schwaz, ma non riesco a trovare la stessa pensione dell'andata, ne trovero' una gestita da un'anziana signora, non ha bagno in camera e televisore, in compenso e molto e conomica, spendo veramente una sciocchezza colazione compresa, la temperatura resta per tutto il giorno meno nove gradi.Ultimo giorno, mi sveglio con una stupenda giornata di sole, dopo un'abbondante colazione accendo Gigino saluta l'anzana signora e parto contento come una pasqua, ma dopo poco appena finito un rifornimento Gigino non parte, non ne vuol sapere, Cazzo!! come faccio?
Vedo un'officina a 100 metri da me, entro e i meccanici Austriaci non ne vogliono sapere di riavviare il mio motorino, per fortuna un ragazzo gentilissimo, decide di aiutarmi, svita la candella mi dice di dare due colpi a vuoto, inserisce di nuovo la candela hhee BBBRRRIIMMMM pot pot pot pot Gigino torna a cantare, sono al settimo cielo, la disperazione si trasforma in grande allegria, con grande gioia abbraccio il meccanico gli stringo la mano e lo ringrazio di cuore danke! danke! Il giovane meccanico capisce il mio stato emotivo sorride mi risponde con tono gentile, non capisco una parola di quello che dice ma immagino una risposta "buona strada"
Riprendo contento e finalmente raggiungo Innsbruchk quando..... Cacchio ho forato!!
A ma allora oggi e proprio una giornata no, per di piu' non ho con me il kit di riparazione gomme, non so se l'ho lasciato a Luca o Giovanni, con tutto quel casino tra guasti e record e sitiazioni climatiche estreme non ci ho proprio pensato.
Dentro di me cerco di rilassarmi, dai Giorgio stai Calmo sei in citta' e hai forato, che ci vuole a trovare un meccanico per sistemarti la ruota del motorino?
Troppo ottimista, mi sono fermato da 5 meccanici, ripeto ben 5 meccanici e nessuno si e degnato di sistemarmi la ruota, bastardi!!
Mi fermo per qualche minuti e rifletto sul da farsi, decido di proseguire con una ruota a terra costi quel che costi.
Nonostante tutto riesco a raggiungere il passo del Brennero senza grossi problemi, i guai iniziano durante la discesa, infatti la gomma inizia a sbriciolarsi e i raggi a rompersi chilometro dopo chilometro, il ciao sbanda a destra e sinistra come un cavallo impazzito, la ruota ovalizzata da vibrazioni fortissime mi creano dolori alle braccia, giro in condizioni disperate restero' per tutto il pomeriggio in piedi sui pedali per limitare il peso alla ruota posteriore il tutto condito con sbandate del ciao paurose, per fortuna durante l'anno mi alleno molto in palestra e questo mi aiuta molto nei momenti piu' difficili...
La mia marcia finira' a 30 chilometri Da Bolzano , la ruota di Gigino si distruggera' in un paese di nome Campodazzo proprio sotto un Cimitero era destino dopo un viaggio cosi' estremo povero Gigino.
Verra' a recuperare me e quel che resta del mio Ciao Giovanni con il suo camper rientrato a Bolzano il giorno prima in treno.
Finisce questo incredibile viaggio con un punto interrogativo, ma Luca?
Mi chiamera' poche ore dopo che e' rientrato a casa sano e salvo recuperato dalla moglie a Innsbruchk la sera, infreddolito anche lui con mille imprevisti che lo hanno costretto ad abbandonare il progetto di record durante il suo rientro...

Qui finisce questo viaggio unico nel suo genere, un' esperienza incredibile che restera' nei nostri ricordi per tutta la vita.


Giorgio Pelati

mercoledì 14 maggio 2008

Islanda- la terra del fuoco e del ghiaccio

Il viaggio prima di arrivare alla mitica isola e piena di imprevisti e momenti difficili, nonostante tutto riusciamo a prendere il traghetto a Bergen.
Per farvi un'esempio, sbarcati la sera tardi in Norvegia dopo che abbiamo attraversato buona parte d' Europa partendo da Ferrara, presi di sprovvista da una fortissima perturbazione ci siamo riparati sotto un distributore dove abbiamo passato la notte.....




Mi hanno sempre attirato le terre lontane: posti insoliti, gente con abitudini diverse
dalle nostre, il fascino del grande viaggio, la curiosita' di scoprire profumi e paesaggi
nuovi.Ho girato molto in questi anni, ma il fascino del "Grande Nord" e sempre rimasto alla base
delle mie mete.In particolare mi ha attirato la mia attenzione un'isola a Ovest della Norvegia; un'isola
strana, insolita terra di lava e ghiaccio, con storie di miti e leggende da raccontare e
popolata da strane creature: l'Islanda.Quando andate a visitare posti simili occorre una regola ben precisa da seguire:"Rispettate
l'isola e non uscite dalle piste altrimenti disturbate le creaturine". Per creaturire non
s'intendono gli animali, ma i Troll, creature magiche che secondo le credenze popolano
l'Islanda.Sono rimasto colpito da questa terra; l'ho definita "l'isola dalla doppia personalita'",
perche' regala bei paesaggi e splendide giornate di sole, ma in poche ore cambia e tutto si
trasforma in pioggia, nebbia e freddo.Sbarchiamo a Seydisfjordur alle nove del mattino; Luca ed io veniamo avvolti da una fitta
nebbia e riusciamo a malapena a vedere le case del porto.Prendiamo la statale 93 e per i primi chilometri presteremo attenzione alla guida, ancora
"dondolanti" da giorni di traghetto.Con nostra grande gioia la nebbia si alza dopo poco e davanti a noi appare una giornata di
sole stupenda e subito abbiamo l'impatto con l'Islanda delle cascate ai lati della strada,
dei laghi e dei paesaggi brulli.Dopo Egilsstaoir prendiamo la Ring Road, dove ci lascia l'asfalto e inizia una strada di
terra battuta di facile percorrenza.L'emozione e' fortissima mentre comincio a percorrere queste strade: immense vallate
desertiche e stradoni che costeggiano laghi e torrenti.




Lasciamo la Ring Road e prendiamo la 939, la strada battuta diventa uno sterrato
impegnativo che attraversa un passo dove e difficile non cadere: girare con due Suzuki V-Strom 650 cariche e con gomme semi-tassellate, non e' il massimo per queste strade.
Piu' volte sbandiamo, avvolti subito dalla nebbia, mentre la temperatura si abbassa di parecchi gradi.
Il freddo aumenta e i guanti di pelle sono bagnati dalla nebbia fitta, si vede pochissimo e comprendiamo pienamente quale sara' l'aspetto impegnativo dell'islanda.
Sul passo incrociamo un camion che sparge sale sul terreno,sento il freddo, ma dalla fronte incomincio a sudare piu' per la tensione, visto le forti sbandate della moto.
Fortunatamente, scendiamo dal passo indenni e riprendiamo la Ring Road ancora avvolta da una fitta nebbia.
Ci fermiamo per un pranzo al sacco davanti a un bellissimo fiordo, nei pressi di Djupivogur.
Proseguiamo verso Hofn dove piantiamo la tenda e facciamo conoscenza con un motociclista tedesco. Ci racconta delle grandi difficolta' che sta' avendo con la sua moto stradale a percorrere i lunghi sterrati della Ring Road e sconsolato, ci dice che per questo motivo dovra' rinunciare a visitare il Nord-Ovest del paese.





Il giorno dopo riprendiamo viaggio sotto la pioggia e raggiungiamo Jokulsarlon dove
restiamo piacevolmente colpiti dalla vista degli iceberg.
Nonostante la pioggia, lo spettacolo e bellissimo; a pochi Km dalla costa ci sono blocchi di ghiaccio galleggianti di un colore blu intenso....
Riprendiamo costeggiando uno dei ghiacciai piu' grandi del mondo, il Vatnajokull, dove rimaniamo estasiati di fronte a blocchi di ghiaccio di una vastita' impressionante.
Appena ci allontaniamo dal Vatnajokull, veniamo investiti da una fortissima perturbazione, con pioggia e raffiche di vento che fanno sbandare pericolosamente le nostre moto. Siamo in balia degli elementi senza poter fare nulla mentre ai lati della strada una gigantesca distesa di deserto lavico rende il deserto strano e particolare. Il brutto tempo non ci da tregua ma teniamo duro.




Arriviamo a Vik, la citta' piu' piovosa dell'Islanda, ma questa volta la fortuna e dalla nostra parte:Il cielo, infatti, si apre e ci permette di piantare la tenda. Qui incontriamo una coppia di ragazzi italiani che stanno girando la Ring Road in vespa: hanno attraversato la Germania in treno e poi proseguito con il loro scooter. Immancabile una foto ricordo, con i nostri complimenti.
Ci svegliamo il mattino seguente sotto la pioggia...se avete la forza di fare un viaggio simile con una tenda, preparatevi a smontarla sotto la pioggia anche per giorni, o a svegliarvi con la tenda ricoperta di ghiaccio come e' capitato a noi....
Arriviamo a Skogafoss dove visitiamo la cascata piu' alta d'islanda; provate ad indossare l'impermeabile e avvicinatevi ai piedi della cascata: la sentirete in tutta la sua potenza! Un'esperienza da provare.



Ci aspetta un'altra giornata piovosa: il nostro morale e' messo a dura prova.
Arriviamo alla sera in un campeggio vicino a Reykjavik, la capitale, quando il cielo grigio si apre e ci regala un tramonto bellissimo.
Il giorno dopo visitiamo la Laguna Blu; trascorriamo la mattina immersi nelle caldissime acque di questo bellissimo posto: cascate d'acqua calda che ti massaggiano la schiena e fanghi rilassanti.
Il pomeriggio visitiamo la capitale. Finiamo la serata in un ristorante situato all'interno di una casa vichinga, con i camerieri vestiti da antichi guerrieri e degustiamo specialita' locali; da "uomini duri" assaggiamo anche la "pinna di squalo putrefatta", accompagnata da un sorso di Brenivin, un tipico liquore islandese.





Lasciamo la capitale e ci spostiamo nei pressi dell'imponente cascata di Gullfoss, vicina ai geyser Geysir e Srokkur. Sostiamo poi lungo la strada 35 per un pasto al sacco, un vero caffe' fatto con la moca e il fornellino a gas, seguito da un buon sigaro toscano. Ora ci aspetta la parte piu' dura del viaggio: il passaggio all'interno dell'isola.





Prendiamo la F347, una strada che ci portera' a Kerlingarfjoll, i monti delle Streghe.
Fino a meta'Ottocento gli islandesi pensavano che quelle zone ospitassero i peggiori fuorilegge e per paura di incontrarli, questi luoghi sono rimasti inesplorati fino alla meta' del XIX secolo. Per raggiungerle dobbiamo affrontare anche dei guadi abbastanza impegnativi; in uno di questi, un sasso mi pieghera' il paracoppa, per fortuna senza danni al motore.
Troviamo un bel campeggio vicino ad un torrente, riparato dai monti dove ci fermiamo un giorno e il mattino seguente ci svegliamo di buon ora per visitare, a piedi, i monti della zona. Per sicurezza portiamo con noi il GPS, per non rischiare di perderci.
Camminiamo nel piu' completo silenzio, qui il turismo e limitato: le strade non permettono il transito dei pulman, quindi possiamo gustarci il paesaggio nel piu' completo isolamento.
Attraversiamo monti e camminiamo lungo i ghiacciai: un'esperienza davvero bellissima! Poi con nostra grande sorpresa, il paesaggio cambia e ci troviamo davanti a una delle zone geotermiche piu' belle mai viste.
Una vallata di rocce fumanti e fanghi che ribollono dentro delle buche, ruscelli d'acqua calda.....Luca ed io restiamo senza parole, non ci aspettavamo un posto simile.
Rientriamo la sera al campeggio stanchi e infreddoliti ma con ancora negli occhi le spettacolari immagini che questa escursione ci ha regalato.





Riprendiamo le moto per tornare sulla 35 e raggiungere il nord dell'isola. Il problema da affrontare e un guado con una forte corrente a pochi metri da una cascata.
La tensione e' alta, cammino dentro il guado per testare il fondo e l'acqua supera il ginocchio, ma dobbiamo per forza attraversarlo: e' l'unica strada per tornare sulla 35.
Attraverso per primo senza grossi problemi; Luca invece sara' meno fortunato: prende un sasso e sbanda pericolosamente, ma il ragazzo e' in gamba e riesce a uscire dal guado senza cadere.





Attraversiamo la 35 con una splendida giornata di sole, ammirando il paesaggio comodamente seduti sulla moto, solo alcuni tratti, dove il fondo stradale ci obbliga a fare una guida "fuoristradistica", ci "distraggono" dal panorama. Arriviamo nel tardo pomeriggio a Blonduos: grazie al consumo ridotto delle nostre moto e ai 22 litri di serbatoio abbiamo percorso 240 chilometri di sterrati, niente male! Ci fermiamo in un bel campeggio con vista panoramica su un fiordo a Hvammstangi.








Riprendiamo la Ring Road ma, dopo pochi chilometri, mi accorgo di aver dimenticato nel campeggio una parte del bagaglio. Torniamo indietro ad andatura un po' troppo elevata e infatti ci ferma la polizia.Ci dicono di lasciar le moto dove sono e di salire in macchina...a queste parole ci crollano le braccia, penso subito al peggio: il sequestro delle moto e multe salatissime con un rientro inglorioso in aereo.
Mi risollevo il morale quando gli chiedo se ci vogliono arrestare, loro sorridono e affermano che ce la caveremo con 7500 corone ( circa 80 euro) e di salire in macchina semplicemente per pagare la multa.
Dopo aver recuperato la valigia dimenticata in campeggio, riprendiamo il cammino e saliamo lungo la 76, costeggiando le belle strade del nord dell'Islanda. Consigliamo la 82: un facile sterrato che attraversa una zona montuosa molto bella, con un paesaggio davvero incantevole.
Arriviamo in serata sul lago myvant dove ci fermeremo qualche giorno per riposarci. Siamo in sella da piu' di due settimane e incominciamo a sentire la pesantezza del viaggio.
Facciamo amicizzia con dei simpatici ragazzi italiani e con loro partecipiamo il giorno seguente a un'escursione al calderone dell'Askja dove una splendida giornata di sole ci regala un'indimenticabile vista su uno dei posti piu' belli e isolati d'Islanda.
Askja e' il vulcano le cui esplosioni nel 1875causarono danni anche nella lontana Europa. Adesso, nel cratere ormai spento, si trova un'affascinante lago e, proprio nei pressi, si e' formato un piccolo cratere di acqua calda, dove e' possibile anche fare il bagno.




Riprendiamo le nostre moto e ci dirigiamo a Husavik per osservare le balene, ma un gelido vento polare seguito da una bruttissima perturbazione blocca le navi al porto, costringendoci a rinunciare alla gita in barca.
Il giorno seguente prendiamo uno sterrato reso insidioso da molti guadi formati in giorno primma dalla pioggia abbondante, per andare a visitare la cascata piu' potente d'Europa, il Dettifoss: restiamo stupiti dalla gran quantita' d'acqua elargita, in quel momento ci sentiamo piccoli davanti alla forza della natura.
Torniamo la sera allo splendido lago Myvant; qui complice il clima Islandese, il panorama e i colori cambiano ad ogni variazione di luce.
La mattina ci svegliamo con la tenda ricoperta di ghiaccio, Luca riesce a malapena aprire la cerniera bloccata dal ghiaccio.
Riprendiamo la Ring Road in una giornata spettacolare, il cielo di un azzurro intenso, assenza di vento, vediamo con i nostri occhi colmi di gioia tutto lo splendore di questa affascinante isola.
Il pomeriggio arriviamo a Seydisfjordur, piantiamo la tenda e visitiamo il porto; la sera c'e' tempo per un ultima birra in un pub, accolti dalla cordiale gente del posto.
Il giorno dopo salutiamo la nostra Islanda riprendendo la nave.Ci aspettano giorni di navigazione e lunghi tratti di autostrada prima di rientrare in Italia.
In questa isola abbiamo gioito, sofferto e scoperto posti unici come in nessuna altra parte del mondo. Paesaggi lunari, grandi laghi, fiordi, ghiacciai e zone geotermiche di straordinaria bellezza: un viaggio che non dimenticheremo mai.















Voglio ringraziare il mio compagno di viaggio
Luca Bonaccorsi, affidabile in ogni situazione,
che ha affrontato con determinazione anche le
situazioni piu' difficili.

Giorgio Pelati